2019. SULLE ORME DEL CAPITANO ENRICO LEVI
VARANO BORGHI (va) - BARI
IL PERCORSO DEL CAPITANO ENRICO LEVI
Il 2018 fu per me un anno molto difficile, durante il quale dovetti interrompere i preparativi per un viaggio in Russia, a causa di un brutto incidente in montagna.
Fermo da tempo, decisi nel 2019 di intraprendere un primo viaggio, ripercorrendo le orme del capitano Enrico Levi, figura simbolo dell’Aliyah Bet, di cui in quei giorni ricorrevano i 100 anni dalla nascita. Il viaggio, ebbe tra i suoi sostenitori i comitati provinciali Anpi di Milano, Varese e Padova, UCEI, Comunità ebraica di Padova, Associazione Italia-Israele di Milano e l’associazione Figli della Shoah.
Nato a Cremona il 6 aprile 1918, allievo dell’Istituto Nautico Sebastiano Venier di Venezia, Enrico Levi era l’unico cadetto ebreo della flotta italiana quando ne venne espulso per effetto delle leggi razziali del 1938. Gli fu imposto il lavoro obbligatorio a Padova. Quindi fece parte delle attività a sostegno dei profughi ebrei a Orciano (Pisa), a Milano e a Genova. Partecipò poi allo sbarco alleato di Anzio e alla Resistenza in Francia meridionale.
Enrico Levi partì, con cinque amici, da Padova per raggiungere le truppe alleate che in Puglia risalivano la penisola. Con i suoi amici attraversò più volte il fronte nemico per compiere la sua missione di Resistenza e di organizzazione dell’Aliyah Bet: il 21 agosto 1945 fu lui a salpare da Bari con il vecchio peschereccio Dallin, portando 37 persone verso il futuro Stato di Israele: quella fu la prima di 34 traversate da lui organizzate, e tutte riuscite.
Compiuta l’Aliyah, Levi divenne direttore dell’Accademia Navale di Akko, alla cui fondazione aveva contribuito fin dalla sua istituzione. Insegnò presso la Scuola Navale del Technion di Haifa. Diresse quindi il porto di Eilat e quello di Ashdod.
Durante il viaggio toccai le stesse località raggiunte da Enrico Levi e in ogni destinazione trovai comitati, amici, associazioni ad accogliermi.
Lungo il percorso feci un piacevole incontro: ero in tenda a Piangipane, in provincia di Ravenna. L’ex premier Romano Prodi era al ristorante e si accorse del mio accampamento. Volle sapere tutto sulla mia missione: gi parlai per 40 minuti. Dopo avere ascoltato con attenzione, mi abbracciò commosso.
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